Il modello Rimini diventa riferimento italiano. Come Rimini ha risolto il problema dell’abusivismo commerciale: nasce il nucleo anti abusivismo.
Nel 2013, l'abusivismo commerciale estivo vedeva la presenza di almeno 400 venditori sparsi su tutto l'arenile riminese.
Questi, concentrati in larga parte nella zona sud, davano luogo alla presenza di veri e propri mercati a cielo aperto: 4 o addirittura 5 file di banchetti sulla battigia, spesso con liti per l’occupazione delle aree più favorevoli alla vendita. Non più un fenomeno legato ai singoli venditori per necessità, ma una occupazione totale della spiaggia, con un vero e proprio racket. Nel 2014 cambia l’approccio. Si parte dalla prevenzione. Nasce un nucleo specifico dedicato esclusivamente allo svolgimento di questa attività. Questo gruppo, denominato Nucleo Operativo Antiabusivismo Commerciale, composto da 20 agenti specializzati ed un ispettore con funzioni di raccordo con le altre forze dell’ordine e coordinamento del personale in spiaggia opera ogni anno dalla metà di maggio fino a metà settembre, con totale flessibilità di orario. Questa dilatazione temporale intercetta il fenomeno già al suo primo manifestarsi e consente di controllarlo fino al termine della stagione turistica. Il progetto, fin dalla partenza, ottiene importanti risultati e viene riproposto anche per le stagioni successive, fino alla soluzione del problema dell’abusivismo commerciale sulla spiaggia.
individuazione e monitoraggio dei luoghi di stoccaggio della merce e anche della spiaggia
presidio mobile h24
telecamere go pro per individuazione dei capofila
Parlare di politiche di sicurezza urbana a Rimini
Parlare di politiche di sicurezza urbana a Rimini significa parlare di fenomeni che si intersecano con la vivibilità del più popoloso centro della Riviera romagnola, e con la località turistica di fama internazionale più frequentata, che si estende per 15 km lungo la costa del mare Adriatico con hotel, locali notturni, attrezzature balneari e impianti sportivi e la sua spiaggia risulta la prima in Italia per numero di presenze. Ogni considerazione sui fenomeni che si verificano nel territorio non può pertanto essere effettuata prendendo come base il numero degli abitanti anagraficamente residenti ma deve tener conto di tutte le presenze che giornalmente frequentano il territorio riminese. L’insieme delle attività commerciali, industriali, artigianali, formative, culturali, ricreative e pubbliche, presenti nel territorio riminese, producono benefici economici alla collettività ma contestualmente producono conseguenze sul regolare ed ordinato svolgimento della vita di relazione, determinante dell’aumento dei fenomeni criminali e di degrado urbano (spaccio di stupefacenti, prostituzione, furti, borseggi, abusivismo commerciale, lavoro irregolare, sfruttamento della manodopera). Per questo, ad una esigenza “ordinaria” di sicurezza, a Rimini si sovrappone una esigenza di sicurezza “straordinaria” derivata non solo dall’aumento delle presenze, ma dai fenomeni che inevitabilmente l’aumento delle stesse reca con sé.
Da sempre le Amministrazioni comunali della linea Romagnola, con Rimini in testa, hanno posto l’esigenza di una dotazione strutturale per le attività di ordine pubblico (caserme, questura, mezzi e uomini) parametrata alle reali esigenze del territorio, dei flussi turistici e non solo dei residenti. Dopo decenni travagliati e di lavoro, il progetto di Cittadella della sicurezza all’ex Caserma Giulio Cesare, dove confluiranno le sedi definitive della Questura, della polizia stradale, della Guardia di finanza, della Prefettura, è stata definitivamente approvata e Rimini avrà finalmente una dotazione strutturale all’altezza dei suoi bisogni.
In ogni caso, con il calcolo, per la prima volta, della componente turistica nella realizzazione dell’indice sui reati del Sole 24 Ore, Rimini rientra tra i cinque comuni più ‘virtuosi’ in termini di sicurezza in Italia. L’introduzione del ‘peso’ dei flussi turistici su questa graduatoria, ha fatto sì che il territorio riminese nel confronto tra 2018 e 2019 abbia visto numeri in calo sostanzialmente in molte categorie: non solo generale (-8.3%) ma furti (-14.5%), scippi (-36.8%), furti in abitazione (dal quartultimo posto del 2018 al 20esimo del 2019), furti in negozi (-13.7%) e con destrezza (-20.3%). Più analiticamente quello che balza agli occhi è che dopo 17 anni, era dal 2002 che non accadeva, la Provincia di Rimini sta sotto la soglia delle 20 mila denunce presentate. Dopo i picchi del 1996 e 1997 (rispettivamente 28.688 e 29.657) e del 2013 e 2014 (oltre i 26 mila), numeri in calo costante sino alle 19.994 denunce dello scorso anno. Dal 2013 al 2019 il trend del numero assoluto dei reati è comunque passato da 26.741 denunce a 19.994 per un calo assoluto di 6.747 denunce e percentuale del 33,7 per cento. In sostanza un calo di un reato su 3. Incrociando le denunce con i residenti, quello del 2019 è il migliore riscontro degli ultimi 24 anni, quasi dimezzato rispetto al 1996. I numeri mettono in rilievo il gran lavoro fatto a livello locale dai Comuni e dalle forze dell’ordine nell’ambito dei Comitati provinciali per l’ordine pubblico e la sicurezza.
In questo quadro così particolare anche rispetto al resto d’Italia, la Polizia Locale, vede le proprie risorse utilizzate su un fronte sempre più ampio, che parte dal codice della strada fino a lambire l’ordine pubblico, passando per la sicurezza urbana, l’illuminazione e le tecnologie per la sorveglianza, il degrado delle aree urbane, nella prospettiva di un efficace coordinamento di azioni integrate tra i soggetti coinvolti a vario titolo.
Reati denunciati in provincia di Rimini 2010/2019
Sicurezza a Rimini vuol dire
Videosorveglianza
Sono 141 telecamere installate sul territorio comunale. In fase di installazione altre 16 telecamere, 20 le telecamere monitoraggio allagamenti in cinque importanti sottopassi ferroviari del territorio. Dal 2 luglio 2010 è entrato in funzione il sistema di videosorveglianza cittadina, un network di telecamere di ultima generazione che controllano i punti nevralgici del territorio riminese per garantire maggiore sicurezza. Da Viserba a Miramare, il forese, passando per il centro storico, la marina e la stazione ferroviaria, sono 91 i punti di installazione, individuati svolgendo un’attenta analisi dei luoghi, delle loro caratteristiche e delle criticità. Apposite unità di elaborazione e di memorizzazione consentono la gestione dei dati. Il network di videosorveglianza si basa sulla rete di trasmissione dati del Comune di Rimini, integrata con interconnessioni in fibra ottica, ponti radio e L.T.E. e condivisa con le centrali operative di C.C., e P.S. Cuore del network è la sala radio operativa della Polizia Locale, dove operatori appositamente formati sono addetti alla gestione della videosorveglianza. L’attività di videosorveglianza ha consentito di portare a termine importanti operazioni antidroga da parte della polizia municipale come l’operazione “Kebab connection” 1 e 2 che, nel 2013 e nel 2016, permise di arrestare oltre 100 persone per spaccio di sostanze stupefacenti al termine di un’intensa attività investigativa, caratterizzata proprio dall’uso delle telecamere posizionate in città per la videosorveglianza.
Unità cinofile
Sono 4 le unità cinofile impiegate nel servizio di controllo del territorio e di prossimità. La squadra è composta da 4 operatori di Polizia Locale e da 4 cani, di cui 2 addestrati per servizio antidroga e 2 addestrati per servizio di ordine pubblico.
Agenti e mezzi impegnati
sono 208 gli agenti impegnati sul territorio, coadiuvati da 15 unità di personale amministrativo, suddivisi in 3 distaccamenti (Centrale, Miramare e Viserba) e 3 Presidi Territoriali Decentrati (CORPOLO’, GAIOFANA e SANTA GIUSTINA). Sono 55 gli autoveicoli su cui può contare la Polizia Municipale, a questi si aggiungono 12 motocicli, 2 quad e 6 mountainbike.
Progetto S.U.N. (Sicurezza Urbana Notturna)
Dal 2013, è stato attivato il servizio di pattugliamento del territorio notturno per assicurare la vivibilità della città in sinergia con le altre forze dell’ordine.
Attività e controllo del territorio
L’attività volta alla sicurezza stradale ha portato, nel 2020, al controllo di 111.682 veicoli, 2.035 controlli di polizia amministrativa, 1.935 controlli ambientale, edilizio e per il contrasto dell’abusivismo commerciale.
Nell’anno 2020 l’attività della PM ha visto i suoi agenti impegnati anche al contrasto della diffusione del COVID-19, con 13.969 autocertificazioni ritirate, 28.408 persone controllate e il monitoraggio di 178 manifestazioni svolte durante l’anno.
Sicurezza di prossimità
Dal 2017 si è data concretezza alla funzione di polizia di prossimità aprendo, nelle varie località del territorio comunale, nuove delegazioni di polizia locale con l’obiettivo dichiarato di instaurare nuovi legami ed intercettare nuovi bisogni della cittadinanza.
• 2017 Apertura Presidio Corpolò
• 2018 Apertura Presidio Gaiofana
• 2019 Apertura Presidio Santa Giustina
Più illuminazione
Le politiche di sicurezza urbana sono state definite come politiche che si interessano a tutta una serie di problematiche concernenti la vivibilità delle città. Fra queste rientrano anche le problematiche legate alla scarsa illuminazione, che è un aspetto che assume un forte rilievo nel concetto e nella percezione della sicurezza urbana. Un esempio delle attività svolte in questa direzione è l’introduzione da parte del Comune di Rimini dell’obbligo dell’illuminazione notturna in spiaggia, la prima volta con l’ordinanza balneare 2017, misura poi estesa e resa strutturale nelle stagioni successive. Una misura che va a tutela degli ospiti, dei residenti e degli stessi operatori balneari e che contribuisce in maniera decisiva a migliorare la sicurezza e la fruibilità di una ‘porzione’ di città molto frequentata anche nelle ore serali della stagione estiva.
Interventi straordinari
Intervenire con strumenti straordinari, contingibili e urgenti, come ausilio alle politiche in atto sul fronte della prevenzione della criminalità diffusa fino al potenziamento dell’attività di contrasto dei fenomeni legati al consumo di alcool e stupefacenti e allo sfruttamento della prostituzione. Fra queste misure si segnalano:
— Ordinanza del sindaco contingibile e urgente per contrastare il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione
– Sanzioni amministrative fino a 500 euro per chi viene colto mentre contratta prestazioni sessuali a pagamento.
– Segnalazione all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di Finanza esclusivamente dedicato al contrasto del fenomeno.
— Ordinanza del sindaco contingibile e urgente per contrastare il consumo di bevande alcoliche su aree pubbliche
Con mirate ordinanze di carattere temporaneo si è inteso di contrastare il fenomeno del degrado legato al consumo di bevande alcoliche. In particolare, nell’anno 2020 l’Ordinanza prevedeva il divieto di vendita di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione e bevande analcoliche in vetro per evitare episodi di assembramento a scopo di prevenzione dal contagio da COVID-19
— Ordinanza del sindaco contingibile e urgente per contrastare il gioco delle 3 campanelle
Sono state 69 le sanzioni effettuate nel 2020 a contrasto di questo gioco vietato dal regolamento di Polizia urbana
Osservatorio sulla Criminalità Organizzata e Protocollo per la legalità
“Parlare di mafia e dire che c’è fa bene al turismo”. Prima di tutto un cambio di paradigma culturale. All’idea che descrivere e parlare di organizzazioni mafiose in Riviera danneggiasse il turismo, si è volutamente sostituita la consapevolezza che parlarne fosse il primo passo di una consapevolezza importante, soprattutto dove c’è economia e sviluppo.
Il Protocollo di intesa per l’istituzione e la gestione dell’Osservatorio della provincia di Rimini sulla criminalità organizzata è uno strumento concreto verso la formazione e l’azione di una rete territoriale di presidio e difesa dalle infiltrazioni della criminalità organizzata. Dal 2012, anno di avvio delle sue attività, l’Osservatorio ha realizzato ricerche e studi, corsi di formazione, monitorato la situazione dei beni confiscati e raccolto la documentazione in tema di criminalità organizzata per la Riviera di Rimini. Negli anni il progetto ha contribuito all’attivazione di politiche integrate in materia di sicurezza urbana e di attività congiunte sul territorio dell’area riminese, assicurando un interscambio operativo e informativo, così da rafforzare il valore preventivo e l’efficacia delle iniziative nel contrasto degli episodi di infiltrazioni della criminalità organizzata. L’accordo si propone di garantire l’efficacia delle azioni dell’Osservatorio, coordinare la collaborazione tra gli enti firmatari, garantire la conoscenza approfondita dei fenomeni mafiosi e criminosi. I Comuni, inoltre, si impegnano ad attuare una strategia di prevenzione integrata, con la possibilità di concorrere, anche con risorse proprie, allo svolgimento delle attività dell’Osservatorio. Via via si è arricchito di tanti elementi riguardanti non solo il tema della regolarità in campo lavorativo, lavoro nero, sicurezza sul lavoro ecc. ma cultura della legalità in senso lato, vedi tutto il tema delle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata. Oggi che abbiamo davanti la società del Covid, l’attività dell’osservatorio diventa ancora più decisiva perché la mafia è come il Covid e anche se il territorio ha gli anticorpi, la mafia ha le varianti.
Il sistema locale nella sua interezza è chiamato dunque a farsi carico di procedure amministrative inedite nella consapevolezza che proprio nel momento di massima crisi si deve innalzare la soglia di attenzione verso intrusioni anomale e penetrazioni criminali.
Il problema pandemia rischia di aggravare il preoccupante fenomeno delle infiltrazioni e ramificazioni mafiose e della criminalità non più soltanto nella costruzione di opere pubbliche ma nell’assorbimento di attività economiche private, oggi in devastante difficoltà dovute ai lockdown e alle risposte, troppo lente del sistema creditizio e anche dello Stato in tema di sostegni.
Una lente sui fattori di rischio costituiti in particolare da uno degli elementi trainanti per l’economia locale, come la gestione delle strutture alberghiere che generano potenziale interesse al reimpiego di capitali illeciti da parte della criminalità organizzata, è costituita dal ‘Protocollo per la legalità’ istituito nel 2013 dal comune di Rimini come ente pilota e recentemente rinnovato nel settembre 2020. Un protocollo firmato dalla Prefettura, la Provincia, I Comuni della costa, la Camera di Commercio, l’Ispettorato del lavoro, l’Ausl Romagna, l’Associazione Albergatori, la Federalberghi, il Consiglio notarile, l’ordine dei commercialisti, l’ordine degli architetti, l’ordine degli ingegneri, la Confcommercio, la Confesercenti e i Sindacati dei lavoratori. Nell’attività di contrasto e monitoraggio dei fattori di rischio, rientra l’impegno del Comune di Rimini a sottoporre alla verifica dell’ufficio antimafia della Prefettura, nonché alla Questura e ai Comandi dei Carabinieri e Guardia di Finanza di un campione significativo delle SCIA (segnalazioni certificate di inizio attività), con una cadenza in genere mensile. Il campione è costituito da almeno il 10% delle imprese che presentano indicatori anomali rispetto alla frequenza dei cambi di gestione e ad altri parametri.