Si tratta di un progetto tra i tanti che affluisce nel grande e coerente fiume del “welfare di comunità”. Per il Comune di Rimini sviluppare un modello di “welfare di comunità” ha significato promuovere l’assunzione di responsabilità da parte dei cittadini e incentivare famiglia e comunità a partecipare a percorsi di accoglienza, sostegno e cura; valorizzare tutte quelle esperienze e quei fattori che producono la coesione sociale; andare al superamento di visioni riduttive e settoriali, a favore di un approccio integrato alle questioni sociali e sanitarie. Un grande passo avanti nella gestione integrata dei servizi sociali e sanitari è avvenuto col pieno dispiegamento del sistema dell’accreditamento di tutti i servizi sociosanitari territoriali dell’area anziani e disabili. Un passo in avanti cui il Comune di Rimini ha investito in linea prioritaria.
Mediamente, nei 10 bilanci tra 2011 e 2020, il Comune di Rimini ha investito sulla protezione sociale circa 28 milioni di euro all’anno, per una platea di oltre 6mila persone assistite quotidianamente. Il sociale, insieme alla scuola e alla cultura, copre il 38% delle risorse investite di parte corrente del Comune di Rimini.
Il welfare pilastro della nuova Rimini solidale. Il sistema di servizi sociali e di aiuto alle persone è in continua evoluzione.
Welfare
Le dinamiche socio-demografiche nel 2011 si caratterizzavano per:
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invecchiamento della popolazione,
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accorciamento della catena familiare,
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denatalità,
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aumento della componente straniera e della migrazione interna a bilanciare il saldo naturale,
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aumento del numero di lavoratori stagionali stabilmente insediati nel Comune (e revisione della normativa sugli ammortizzatori sociali).
In sostanza un allargamento del fronte dei bisogni sociali che accentuava le contraddizioni del sistema di welfare locale. Affinché il sistema di welfare locale non venisse schiacciato sotto il peso della domanda di assistenza e aiuto è stato necessario rendere gli interventi più mirati e strategicamente orientati. La scelta è stata quella di puntare:
Sul potenziale “capacitante”
(nella definizione di Amartya Sen), ovvero sulla capacità di favorire la attivazione delle “risorse di base” di cui dispongono le persone, le famiglie e la comunità, con la finalità ultima di aumentare la libertà ed il senso di responsabilità delle persone sulla propria vita;
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Sul principio di condizionalità
secondo cui per ricevere aiuti e sostegni è necessario che il richiedente mostri un sostanziale rispetto, continuo nel tempo, per le regole comunitarie (ad es: mandare i figli a scuola);
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sul “sostegno all’inclusione attiva”
attraverso interventi che, dopo avere “misurato” sulla base di parametri complessi la condizione di svantaggio o fragilità, coniugano il sostegno economico con servizi di accompagnamento per l’inclusione attiva dei soggetti beneficiari.
Welfare a Rimini vuol dire:
Più del 40% del bilancio è dedicato a welfare e protezione sociale
Quasi 800 milioni di euro investiti dal 2011
Pensare alle persone anziane.
Prevenire la non autosufficienza
Sono oltre 1.190 gli anziani beneficiari di attività di prevenzione dell’isolamento e della fragilità o di interventi di aiuto. Il costo di questi interventi è finanziato per 540 mila euro sul Fondo regionale e per 441 mila euro sul bilancio comunale.
Curare nel contesto di vita
Sono oltre 1600 gli anziani non autosufficienti che ricevono servizi e prestazioni (assistenza domiciliare, ricoveri di sollievo periodici, telesoccorso, assegni di cura ecc.) dal Comune per il mantenimento a domicilio. Il costo di questi interventi è finanziato per 2,6 milioni di euro sul Fondo regionale, per 509 mila euro sul bilancio del Comune.
Assicurare cure specialistiche e continuativa
Sono 570 gli anziani non autosufficienti del Comune di Rimini ospitati in residenze sociosanitarie con oneri al 50% a carico del Fondo Regionale. Tale finanziamento regionale ammonta a 6,6 milioni di euro. Nel caso in cui gli ospiti non siano in grado di pagare interamente la retta di propria spettanza il comune interviene con ulteriori risorse del proprio bilancio (940 mila euro).
Oltre 1600 gli anziani non autosufficienti che ricevono servizi e prestazioni
Oltre 1.190 gli anziani beneficiari di attività di prevenzione dell’isolamento e della fragilità
570 gli anziani non autosufficienti del Comune di Rimini ospitati in residenze sociosanitarie
Pensare alle persone con disabilità.
Includere e capacitare
Sono 355 i disabili adulti che ricevono servizi e prestazioni (centri diurni riabilitativi, assistenza domiciliare, trasporti, ricoveri di sollievo periodici, centri socio-occupazionali, ecc.) dal Comune per l’inclusione sociale e comunitaria.
Il costo di questi interventi è finanziato per 3,7 milioni di euro sul Fondo regionale; per 730 mila euro sul bilancio del Comune
Assicurare cure specialistiche e continuative
Sono 117 i disabili del Comune di Rimini ospitati in residenze sociosanitarie con oneri all’80% a carico del Fondo Regionale. Tale finanziamento regionale ammonta a 2,9 milioni di euro. Il comune interviene con ulteriori risorse del proprio bilancio (595 mila euro).
355 i disabili adulti che ricevono servizi e prestazioni
117 i disabili del Comune di Rimini ospitati in residenze sociosanitarie
Pensare ai minori di età.
Prevenire il disagio
Sono 280 i ragazzi che frequentano gli otto Gruppi educativi territoriali e beneficiano dell’assistenza educativa domiciliare del Comune. Il costo per il Comune è di 350 mila euro.
Sono 1900 i bambini e i genitori che utilizzano annualmente i servizi del Centro per le famiglie (Laboratori, consulenze, mediazione familiare). Il costo per il Comune è di 170 mila euro.
Ridurre il disagio
Sono 45 i minori in affidamento eterofamiliare.
Le famiglie affidatarie ricevono dal Comune contributi per complessivi 200 mila euro.
Sono stati 170 i minori accolti in strutture socio-educative (61 in strutture di emergenza) perché privi di un contesto familiare adeguato. Il costo a carico del Comune è di 1,9 milioni di euro.
Sono stati 34 nel 2019 i minori stranieri non accompagnati accolti in strutture socio-educative perché privi di familiari sul territorio italiano. Il costo a carico del Comune è stato 178 mila euro, mentre la parte a carico dello Stato è stata pari a 316 mila euro.
280 i ragazzi con assistenza educativa domiciliare
1900 i bambini e i genitori che frequentano il centro per le famiglie durante l’anno.
45 i minori in affidamento eterofamiliare
170 i minori accolti in strutture socio-educative
34 nel 2019 i minori stranieri non accompagnati accolti in strutture socio-educative
Contrastare la povertà
Attivare le persone piuttosto che assisterle
Sono oltre 450 i progetti di attivazione lavorativa varati dalla equipe formata da Comune-Ausl-Centro per l’impiego (tirocini, inserimenti, tutoraggio, ecc.). Il costo prevalentemente finanziato dalla Regione è di 840 mila euro.
Sostenere la rete di inclusività e di inclusione
Sono stati oltre 7.000 nel 2018 gli interventi contro la estrema povertà attuati attraverso progetti sostenuti dal Comune (viveri, mensa, alloggi di emergenza, ecc.). Il costo per il Comune è di 450 mila euro. I fondi regionali e ministeriali ammontano a 900 mila euro.
450 progetti di attivazione lavorativa
7.000 interventi contro la estrema povertà solo nel 2018.
Modello flessibile e sussidiario. “Rimini rete solidale”
Sono circa 150 i posti letto attualmente disponibili sul territorio, suddivisi tra Caritas, Capanna di Betlemme (Apg XXIII), il progetto housing first e l’albergo sociale. Uno spaccato di “Rimini rete solidale”, che attraverso i diversi interventi e progetti consente di accogliere e sostenere ogni anno circa 6000 persone, dall’accoglimento in struttura degli anziani e disabili, all’aiuto ai papà separati e agli ultracinquantenni che hanno perso il lavoro e sono scivolati in condizioni di vulnerabilità sociale, fino al ‘semplice’ contributo per le bollette e, non da ultimo, l’accoglienza ai profughi.
La sperimentazione Housing first Italia
Rimini è tra le prime città italiane a adottare questo modello di politica abitativa che prevede l’inserimento di persone senza fissa dimora in appartamenti come punto di partenza, con un approccio nuovo e sperimentale integrato alle politiche abitative più strutturate e tradizionali del Comune di Rimini.
Aumentare il parco alloggi in locazione sociale
Più equità e più rotazione nell’assegnazione degli alloggi che costituiscono il patrimonio di case popolari presenti nel comune di Rimini.
Gli alloggi in locazione sociale immessi nell’ultimo decennio sono:
— ERP (edilizia residenziale pubblica)
Viserba 80 alloggi – Anno 2012
— Calmierato
(alloggi comunali a canone calmierato)
– Via San Pio Da Pietralcina Torre Pedrera (42 alloggi, 2013);
– Via Lotti Viserbella (89 alloggi,2014);
– Via Fausto Coppi Tomba Nuova ( 58 alloggi, 2015);
– Via Toni (27 alloggi – 2015)
— Interventi programmati e cofinanziati dallo Stato/Regione di edilizia sociale – Anno 2021/22
36 alloggi in zona stadio per un costo di 6,6 milioni di euro (1,1 milioni di euro finanziato da Comune di Rimini e 5,5 milioni di euro dalle risorse statali assegnate con bando della Regione Emilia Romagna)
Aumentare il parco alloggi in edilizia convenzionata
Un contributo all’emergenza abitativa nella città di Rimini è stato fornito, grazie all’applicazione della L.R. n. 15/2013, che ha consentito, nel corso degli anni, il convenzionamento e la realizzazione di alloggi in regime di edilizia residenziale convenzionata, ai sensi della L. n. 10/1977 “ex Lege Bucalossi.”. Gli interventi, circa n. 330 alloggi, sono stati realizzati nel Villaggio 1 Maggio, Corpolò e a Viserba.
I principali obiettivi raggiunti negli ultimi 10 anni:
Ampliamento rilevante degli interventi di inclusione attiva (lavoro) per le persone vulnerabili
In cinque anni sono stati realizzati oltre 1.100 inserimenti lavorativi (in imprese e appalti pubblici) e progetti di utilità sociale per le persone in condizioni di svantaggio.
Percorsi di autonomia e de-istituzionalizzazione nell'area disabilità
Sono stati creati di nuovi servizi a più bassa intensità assistenziale e più larga autonomia per disabili mentali adulti. Sono stati allestiti percorsi di accompagnamento verso traguardi di maggiore autonomia per minori. È stata ottenuta una riduzione del ricorso a strutture residenziali tradizionali
Strutture residenziali e servizi per anziani e disabili come luoghi di sperimentazione di approcci innovativi alla fragilità
Sono stati impiegati i seguenti metodi e progetti: Caffè Alzheimer, Metodo Vigorelli, kinaesthetics, Metodo Droes, Metodo Kitwood, Clubhouse
Superamento della delega Asl sulla tutela minori e adozione di un modello di gestione associata ad alta integrazione sociosanitaria
Sono state portate in capo al Comune le responsabilità dei percorsi di tutela dei minori. Sono stati integrati i percorsi di tutela con la programmazione del fondo sociale locale per rendere gli interventi più radicati sul territorio.
Prevenzione del disagio sociale con attività rivolte ai ragazzi a rischio di marginalità
Ampliamento dei Gruppi educativi territoriali. Introduzione della figura dell’educatore di quartiere. Sperimentazione del metodo Pippi per gli interventi sui nuclei “negligenti”.
Orientare e sostenere le famiglie nella organizzazione del sistema di cura a domicilio di anziani non autosufficienti con azioni mirate
Implementazione di una App che funge da guida e da interfaccia per la maggior parte delle esigenze di confronto e contatto con i servizi sociali e sanitari. Introduzione della figura di RAA di monitoraggio e consulenza per gli utenti a domicilio. Introduzione della OO.ss. (operatore socio-sanitario) di quartiere
Riconversione dei servizi per fronteggiare la Emergenza Covid
Riconversione dei servizi sociosanitari semiresidenziali in modalità compatibili con le disposizioni sul distanziamento e misure sulla gestione degli inserimenti e dei trasferimenti degli utenti nelle strutture residenziali.
Contrasto al disagio abitativo
Sono state proposte azioni di sostegno all’abitare componenti un sistema leggero e multiforme di interventi, in grado di incidere sulle situazioni senza ridurre il grado di responsabilità individuale dell’utente: accesso agevolato al credito; contributi diretti a ridurre l’incidenza sul reddito familiare del canone delle locazioni private e delle spese condominiali e per utenze, interventi economici volti a consentire la permanenza nell’alloggio a fronte di situazioni familiari di grave difficoltà determinatesi per cause di forza maggiore.
Qualificazione del sistema di accoglienza dei richiedenti e titolari di protezione internazionale
Con riguardo al fenomeno della costante crescita di richiedenti e titolari di protezione internazionale raccolti attraverso le operazioni umanitarie programmate a livello internazionale, da cui discendono decisioni organizzative del Governo nazionale che ripartisce quote di migranti per ciascuna regione, si è predisposto il rafforzamento del sistema di accoglienza integrata diffusa, anche rivolto ai minori stranieri non accompagnati afferente al Sistema di Protezione Rifugiati Richiedenti Asilo (Sprar/Siproimi) in capo al Ministero dell’Interno. Il sistema Sprar/Siproimi assicura una maggiore tutela dei Comuni aderenti, sia riguardo alle quantità dei migranti coinvolti che alla qualità dei percorsi di accoglienza.
La sanità al centro
15 milioni per il nuovo ospedale Infermi e nuovi settori
L’Amministrazione comunale ha operato, in seno agli organi di governo della sanità di Area vasta Romagna, per qualificare e potenziare la sanità riminese.
Tra i più significativi risultati di qualificazione raggiunti vi sono:
— La propensione dei cittadini del Comune di Rimini a utilizzare strutture sanitarie del territorio (anziché rivolgersi a strutture specialistiche esterne) è costantemente aumentata portando il cosiddetto “indice di dipendenza” al valore 96,8 (superiore al già elevato indice medio regionale). L’Infermi di Rimini risulta tra i primi Ospedali al mondo nelle classifiche che mettono a confronto i fattori sanitari, tecnologici/strutturali e di accoglienza.
— Il completamento dell’edificio DEA (Emergenza e accettazione del Pronto Soccorso) presso l’ospedale Infermi. Il nuovo DEA di Rimini che con i suoi 30 mila mq complessivi ha consentito di ottenere superfici complessive di presidio di oltre 100 mila metri quadrati con una dotazione di mq a posto letto di 200 mq a paziente.
— L’allestimento de nuovo Blocco Operatorio dell’ospedale e di chirurgia, con una superficie complessiva di 6.000 metri quadri, oggi uno dei più avanzati d’Italia.
— L’allestimento dell’area materno infantile con il completamento del quinto piano (ostetricia) e del sesto piano (pediatria, chirurgia pediatrica e T.I.N.).
— L’allestimento del nuovo reparto di oncoematologia (sesto piano monoblocco).
— L’attivazione della nuova diabetologia e la realizzazione del nuovo sito risonanza.
— È in fase di completamento la centrale di sterilizzazione; intervento che rientra in un progetto complessivo di riordino delle sterilizzazioni dell’Ausl Romagna con la previsione di far servire tutta l’area sud della Romagna da questa nuova centrale in caso di emergenza.
— Centro Regionale Nazionale Covid
Complessivamente le progettazioni sull’infermi hanno consentito di mobilitare risorse ed effettuare interventi per oltre 150 milioni di Euro.
Sul fronte più generale e strategico delle politiche di salute e promozione del benessere, il Comune di Rimini ha definito il programma chiamato ‘One Health- Rimini Salute Unica’, vale a dire l’articolato palinsesto di azioni tra soggetti pubblici, istituzionali, stakeholder dell’Università e della sanità che si distingue per la estrema tensione innovativa su tre direttrici di sviluppo principali:
— Saperi e Ricerca sulla Salute Unica
— Servizi di salute sul territorio
— Nuovi spazi di iniziativa e partecipazione sociale.
La salute si fa con la prevenzione e con uno stile di vita sano
Il programma, già avviato ad attuazione, prevede anche una ampia riorganizzazione dei servizi sociosanitari che supera il concetto di ‘salute’ come sola ‘cura della malattia’ per aprirsi a un approccio più largo di ‘mantenimento della salute’. Ciò comporta l’ampliamento (sia fisico che logico) delle piattaforme e degli spazi pubblici dedicati ai servizi sociosanitari, di istruzione, alta formazione, distribuendoli sul territorio, coinvolgendo in modo integrato tutti gli attori della salute: farmaceutica, istituzioni, medici di famiglia, specialisti, fino alla singola persona.