Rimini come tutta Italia chiude. Chiude anche le spiagge, chiuse le aziende, tranne poche e giustificate deroghe, chiusi i parchi. Dei 2.500 alberghi e 3 mila bar e ristoranti non c’è più traccia. In giro non c’è nessuno. Restano le piazze vuote, immobili come cartoline. Tante volte ci siamo chiesti come sarebbero state, le città senza traffico, senza le file di turisti, a disposizione magari per qualche foto d’arte. Adesso sono lì. Siamo a zero. C’è la vita e la salute da tutelare, ci sono gli ospedali da non riempire. Rimini città libera e anarchica, Rimini terra degli incontri, risponde in modo forte e si colora di rosso.
Rimini è colpita al cuore. Il turismo è quell’unico settore che non esporta merci ma importa persone. Si fonda sulle relazioni. È il dramma più grande avvenuto da dopo la Seconda guerra mondiale, una pandemia che solo nella provincia di Rimini, ha fatto 1075 vittime, di cui 499
cittadini riminesi (dato aggiornato al 27 giugno 2021, fornito AUSL della
Romagna).
La pandemia spogliando le città della loro quotidianità ne mette in luce le criticità. Ma ne mette in luce anche il potenziale.
Che mondo troveremo dopo la pandemia? In tanti hanno provato a dare una risposta, ma quasi tutti sono concordi sul fatto che molto di quello che sarà, dipende da quello che abbiamo fatto fino a oggi. Allora Rimini. Rimini proprio grazie a quei temi e quei processi di cambiamento che ha messo in atto (contenitori culturali, nuovo lungomare, sostenibilità ambientale, mobilità sostenibile…), ha saputo anticipare ciò che il Covid ha ulteriormente messo in luce e reso necessario. Con il ciclo di riformismo radicale condotto negli ultimi 10 anni Rimini si presenta oggi come la città ad alta intensità turistica dalle caratteristiche ambientali, culturali, estetiche, di sostenibilità più avanzate nel Mediterraneo. Una destinazione avanti rispetto ai competitor che solo ora, dopo i nuovi bisogni messi in luce dal Covid, cominciano a ripensarsi alla luce degli effetti a medio e lungo termine della pandemia.
Il mandato degli ultimi 10 anni si trova stretto tra crisi dei subprime e Covid.
Consegniamo a chi arriverà un libro bianco, senza debiti, su cui poter scrivere le pagine nuove del PNRR.
Economia e turismo colpiti al cuore, ma ciò che abbiamo seminato come modello di asset per guardare al futuro.
Economia e turismo colpiti al cuore, ma il parco del mare come perno per guardare al futuro.
Due catastrofi che avrebbero sfasciato ogni fiducia. A questi si aggiunge, a livello locale, lo scoppio dell’indecente bolla immobiliare dei 20 anni precedenti che manda in crisi il sistema creditizio. Cosa fare? Piegarsi in attesa che passi la crisi congiunturale o tentare una strada nuova? La seconda. Di lì è partito tutto. Ci sono ancora tante cose che restano da fare. Ma con la serenità di vedere oggi Rimini cambiata in meglio e già orientata verso il futuro. E la cartina di tornasole di questo futuro è rappresentata dal Parco del mare. Entro il 2022 solo sul lato economico e turistico, i 16 km di lungomare, di natura, verde, parchi giochi, di acque pulite, porteranno Rimini 10 anni avanti a qualsiasi destinazione turistica balneare italiana. Ci saranno palestre per fare stile di vita sano e Foreste del Mare e stazioni per ogni dove, perché Gianni Rodari ispirerà le piazze sul mare per famiglie e bimbi, al posto di strade e auto. E i viaggiatori sceglieranno non i luoghi di prima, ma i luoghi migliori di prima.
In 10 anni abbiamo dimezzato il debito di partenza
L’amministrazione comunale ha investito sulla città, sia attraverso risorse proprie sia attraverso la capacità di raccogliere risorse regionali, statali ed europee grazie alla straordinarietà dei suoi progetti: oltre 500 milioni di euro. Un vero e proprio Piano Marshall tra fogne, rigenerazione urbana, contenitori culturali, scuole, interventi diffusi, un quasi raddoppio della rete ciclabile. È stato fatto grazie a una oculata gestione del bilancio: nello stesso periodo il debito pubblico del Comune di Rimini si è dimezzato, dai 141 milioni di euro del 2011 ai 69 milioni di oggi e ancora più recupero dell’evasione. In dieci anni quindi si saranno estinti oltre 72 milioni di debito.
Come è stato fatto? Oculatezza nella spesa, recupero evasione fiscale, concentrazione su obiettivi e risultati.
Debito pro capite al 01.07.2011
€ 977,85
Debito pro capite al 31.12.2020
€ 515,77
Debito totale al 1 gennaio 2011:
€ 146.060.000
Debito totale al 1 gennaio 2021:
€ 77.703.132
In un contesto dove le PA (sia locali che centrali) si sono trovate di fronte al paradosso di avere difficoltà a spendere integralmente le risorse in conto capitale messe a disposizione (in particolare i fondi strutturali e i finanziamenti europei per gli investimenti), il Comune di Rimini è riuscito, grazie ai meccanismi che hanno premiato la “cantierabilità” delle opere e grazie ad una programmazione efficace, in un’ottica anticongiunturale, a progettare, finanziare e cantierare opere fondamentali per il proprio territorio. Questo coraggio è stato premiato dai finanziamenti che sono stati riconosciuti e che hanno visto prevalere i progetti del territorio (PSBO, Motori Culturali, viabilità, TPL, scuole, impiantistica sportiva, nuovo lungomare…) rispetto a tante altre città in Italia.
Non solo, nella recente pubblicazione da parte di Fondazione Etica dell’analisi rispetto alla capacità degli enti locali di gestire gli appalti pubblici (approfondimento importante soprattutto alla luce delle risorse e dei progetti che i Comuni saranno chiamati a gestire per realizzare gli investimenti previsti dal Next Generation Eu), Rimini risulta essere il primo capoluogo di provincia in Italia per commesse pubbliche affidate tramite appalto, in netta controtendenza se si considera che la maggioranza dei comuni che fa ricorso all’affidamento diretto per oltre il 60% sul totale degli appalti. Rimini dunque fa eccezione col 7%, seguita ma ben distaccata da Gorizia (32%) e Roma (37%). Dietro ad un dato che può apparire solo un tecnicismo si nasconde la conferma di un alto indice di accountability del Comune di Rimini e di un elevato livello di trasparenza delle procedure per arrivare ad affidamenti a soggetti qualificati, incrociando la capacità di risparmio attraverso l’offerta economicamente più vantaggiosa ad uno standard tecnico elevato.
Lavorare per la gestione del Bilancio significa:
1. Riduzione dell'indebitamento anche nelle società partecipate.
Quasi azzerato il debito pregresso di Rimini Holding. Grazie alle azioni messe in campo sul sistema fieristico-congressuale, il principale fattore di destagionalizzazione e indotto economico del nostro territorio, quali la quotazione in borsa, le fusioni e le economie di scala conseguite, il debito contratto per la realizzazione del Palas è passato da circa 89 milioni agli attuali 37, circa 52 milioni di debito estinto.
2. Depotenziati i contenziosi
Depotenziati, grazie a transazioni extragiudiziali, i pericolosi e annosi contenziosi (Spina Verde, Novarese, Project Coopsette, Football Village ecc).
3. Gare europee dei servizi
Avvio, tra i primi in Italia, delle gare europee per l’affidamento di servizi: idrico, gas, rifiuti
4. Introduzione dell'imposta di soggiorno
Nel 2012, tra i primi in Italia, che ha aiutato a portare avanti investimenti sul turismo, senza gravare sulle tasche dei cittadini riminesi.
5.Riduzione del 20% della pressione fiscale sugli immobili
Riduzione del 20% della pressione fiscale sugli immobili dal 2012 al 2020 e nessun aumento previsto per il 2021. Sono pure confermate tutte le agevolazioni per IMU, TARI, Imposta di soggiorno, ex ICP e COSAP (ora CUP), nonché la disapplicazione dell’ISCOP. Quasi 56.000 riminesi (oltre metà dei contribuenti) non pagheranno nemmeno l’Addizionale IRPEF grazie all’esenzione per redditi fino a 15.000 euro. A questi si aggiungono i nuovi interventi sulla TARI rivolti alle utenze non domestiche costrette a chiudere in considerazione delle normative anti-Covid.
6. Lotta all’evasione fiscale
La difesa del principio di equità tra i cittadini si traduce in un impegno sempre maggiore nella lotta all’evasione fiscale. Grazie ad una serie d’interventi che hanno mixato le procedure di tax compliance per chi ha voluto regolarizzarsi, alla tolleranza zero verso i recidivi, rafforzata nel 2019 con l’approvazione del Regolamento per la sospensione/revoca delle licenze. Un’azione che negli ultimi anni ha consentito il recupero di oltre 29 milioni di TARI non corrisposta e oltre 47 milioni di IMU. Nel 2021 si proseguirà in questa direzione, affiancando alle azioni di recupero ordinarie, attività parallele finalizzate a favorire la riscossione delle imposte evase.
7. Investimenti
Non si arretra infine sul capitolo investimenti, proseguendo nel completamento delle opere strategiche come il Parco del Mare, la riqualificazione dell’area stazione, il completamento del nuovo polo museale, gli interventi sulla città diffusa e nei quartieri.
L’ultimo bilancio
L’ultimo bilancio approvato dall’amministrazione comunale è un bilancio orientato al sostegno alle famiglie e al tessuto economico della città, che riparte dalle ferite lasciate dall’emergenza Covid per mettere le basi e sostenere la ripresa. Il bilancio previsionale 2021/2023 approvato, è segnato indelebilmente dalla pandemia, che influenzerà anche le politiche economiche dell’amministrazione nei prossimi anni, con l’obiettivo di creare le condizioni per agevolare, attraverso gli strumenti a disposizione del Comune, la ripartenza per tutti i settori della comunità.
Una manovra economica del valore di circa 14 milioni di euro di bilancio straordinaria, è stata varata attraverso l’utilizzo dei fondi intercettati dall’Amministrazione per l’emergenza Covid-19. Si tratta di risorse destinate alla ripartenza di Rimini a sostegno delle imprese e delle famiglie. Previste riduzioni Tari per circa 7.800 imprese – circa 5,3 milioni di euro – per le utenze non domestiche, con riduzioni che andranno da un minimo del 10% fino anche ad arrivare all’azzeramento per le categorie più colpite dall’emergenza sanitaria, come cinema e palestre.
Oltre all’intervento sulla Tari, attraverso il fondo si andrà a garantire l’intervento sul canone occupazione suolo pubblico, per un investimento di circa 100mila euro, che coprirà l’esenzione dal pagamento fino al 31 dicembre 2021 per i pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, e la riduzione del 50% per tutte le altre occupazioni (negozi, parcheggi, edicole, ambulanti).
Diritto all’educazione e sostegno all’abitare: su questi due pilastri si poggia la parte della manovra dedicata alle famiglie che più hanno subito il contraccolpo dell’emergenza Covid.
Per il capitolo scuola, circa 500 mila euro serviranno all’abbattimento delle tariffe dei centri estivi.
Circa 900mila euro saranno dedicati alla precarietà abitativa, saranno cioè destinati a quelle famiglie socialmente ed economicamente più fragili che hanno risentito della crisi pandemica, perché hanno perso il lavoro e hanno visto improvvisamente ridurre il proprio reddito.
A questa misura si aggiungono i circa 278 mila euro già stanziati a copertura del fondo per le riduzioni Tari per le categorie più deboli, che consentirà ad oltre 1.300 famiglie di accedere ad una riduzione pari al 90% sull’importo a debito TARI per l’anno 2021.
E ancora, si investirà sulla scuola, sull’allestimento degli spazi outdoor per la scuola e per lo sport, sulla cultura e gli spettacoli all’aperto, sul verde, quasi 1,5 milioni saranno dedicati a favorire quanto più possibile la digitalizzazione dei processi della pubblica amministrazione.
La riorganizzazione delle società partecipate: la Fiera di Rimini
In questi anni di mandato sono state portate a termine importanti operazioni di sviluppo, consolidamento, razionalizzazione e privatizzazione di organismi partecipati dal Comune.
Tra le più importanti operazioni di sviluppo e consolidamento societario, condotte anche nei settori dei trasporti e dell’idrico, citiamo in particolare quella che ha caratterizzato gli asset del sistema fieristico-congressuale riminese, ambito capace di generare un indotto economico di oltre un miliardo di euro all’anno. Negli ultimi dieci anni il sistema fieristico-congressuale, di cui il comune e maggiore azionista ha seguito le politiche di sviluppo e riorganizzazione industriale, è stato capace di uno slancio senza precedenti: nell’ultimo esercizio pre-Covid, il 2019, IEG ha conseguito ricavi totali consolidati pari a 178,6 milioni di euro (+11,8% rispetto all’anno precedente) con un EBITDA pari a 41,9 in crescita del 35,7% rispetto al 2018. Il Comune e Rimini Holding hanno contribuito a questi risultati attraverso importanti scelte strategiche culminate con la positiva quotazione in borsa avvenuta il 21 giugno 2019. Queste scelte hanno inoltre permesso di sgravare i soci pubblici di buona parte del debito pregresso contratto per la realizzazione del nuovo Palazzo dei Congressi di Rimini. Ad oggi infatti quel debito, che ammontava a circa 90 milioni di euro, è stato estinto per oltre 50 milioni di euro senza alcun contributo da parte dei soci pubblici ma solo grazie alla redditività di IEG e ai proventi della quotazione in borsa. Sono state poi create le basi per avviare i processi di riaffidamento, attraverso gare europee, dei principali servizi pubblici locali.
Il comune di Rimini, infatti, come ente promotore nelle diverse autorità d’ambito di queste complesse ma fondamentali procedure volte a migliorare la qualità dei servizi per i nostri cittadini, ha dato positivo impulso alla creazione dell’agenzia unica per il trasporto pubblico della Romagna (AMR) che avvierà a breve la gara europea. Sempre il comune di Rimini ha promosso la gara europea per l’affidamento del servizio idrico nei i comuni della provincia di Rimini. A tal proposito la gara è stata conclusa e il capitolato complessivo del bando ammonta a circa 2 miliardi euro con un risparmio nei prossimi anni di oltre 100 milioni di euro. E’ stata poi pubblicata la gara del gas per un valore di oltre 360 milioni di euro ed è prossima anche la gara per l’affidamento della gestione del ciclo dei rifiuti. In un paese, come l’Italia, dove soltanto pensare di riorganizzare questi settori fondamentali risulta un esercizio quasi impossibile Rimini, dal canto suo, ha dimostrato non solo che ciò è possibile, ma che i risultati, in termini di qualità del servizio e risparmio economico, sono tangibili.
Sono state poi molteplici le operazioni poste in essere al fine di razionalizzare le società partecipate, tra cui citiamo la fusione di Rimini Congressi e Società del Palazzo e le privatizzazioni di Servizi Città e di Rimini Terme Sviluppo.
Infine è stata ancor più consolidata la funzione di Rimini Holding quale referente unico delle società partecipate e questo è stato possibile anche grazie all’ormai completa estinzione del debito pregresso della stessa Rimini Holding, in linea con quanto già fatto con il debito del Comune di Rimini.