5. Cartoline dal mondo

Giorno n°

1492

1 luglio 2015

Maurizio Cattelan rilegge Rimini. Otto scatti potenti che catturano i significati simbolici della città, per otto poster ideati dal più celebre e discusso artista contemporaneo italiano. Dal 1 luglio 2015 e per tutta l’estate Rimini spedisce a se stessa 8 cartoline ideate da Cattelan insieme a Pierpaolo Ferrari e al team di Toiletpaper, mettendo a nudo i suoi simbolismi e le sue contraddizioni, i punti di contatto e di divergenza fra immaginario e realtà.

Rimini è la città in cui, nell’immaginario collettivo, gli estremi si sovrappongono.

Da “cosa mi offri” a “come mi fai sentire”

Maurizio Cattelan, l’artista più quotato e provocatorio in Italia, diventa l’interprete di una città così carica di attese, spunti, simbologia, contrasti, in uno dei settori più importanti e immateriali della città, perché il turismo non esporta merci ma importa persone.

Scriveva nel 2003 il giornalista Silvano Cardellini: “Siamo la metafora di un pezzo d’Italia dove la vita è considerata leggera”. E l’attività di questi 10 anni di mandato si è incardinata nella consapevolezza che Rimini è innanzitutto una terra che per vocazione sa costruire emozioni, non solo manufatti, e viene da sempre vissuta in quella dimensione del pensiero e dello spirito che ha a che fare con l’immaginazione. In altri termini, Rimini, al di sopra di tutto è un luogo dell’immaginario, è una metafora prima ancora che un luogo fisico, la metafora della vacanza. È stato calcolato che almeno un italiano su tre è stato a Rimini.

Dopo i 386 bombardamenti che la radono al suolo durante la Seconda guerra mondiale, con il teatro Galli distrutto e il 92% delle abitazioni civili abbattute, Rimini è la prima terra italiana a credere nella resurrezione postbellica. Tra il 1945 e 1947 a Rimini si trova la più grande città di lingua tedesca fuori dai confini della Germania: 150.000 persone vivono in “Enklave Rimini”, il campo di prigionia controllato dall’esercito inglese che ospita ex soldati e ufficiali della Wermacht. Una storia poco conosciuta, ma una delle più incredibili pagine della storia recente. Dal forte valore simbolico per noi. Lì, in questo campo internazionale di Rimini, in una Europa riappacificata dopo la guerra in attesa del rientro dei soldati tedeschi in Germania, si pubblica ‘Die brucke’ – ‘Il ponte’ – un giornaletto che segna simbolicamente un ricongiungimento, un ponte tra un prima e un dopo.

E non a caso, quegli stessi tedeschi tornati poi alle loro case, decidono di riattraversare quel ponte e di tornare proprio a Rimini per trascorrere le loro prime vacanze dopo la prigionia. Un ponte fra un prima e un dopo.

Un ponte al centro d’Italia da cui parte una strada maestra lunga 256 chilometri, la via Emilia, che da 2200 anni unisce straordinarie città.

Rimini è erede di questa storia. E di questa eredità – ovvero di quel principio per cui il passato deve fertilizzare il presente – ha deciso di fare la base per la sua visione e programmazione turistica.

Ridotto all’osso, qui sta il cuore della strategia: lavorare sulla nostra intrinseca forza attrattiva, perché diventi percezione diffusa di una città attraente. E può diventarlo se in quella città si lavora per creare un clima, si propongono esperienze, eventi o servizi o paesaggi di una qualità riconoscibile, e se tale qualità si ripropone nel tempo, con un ritmo, come tratto inconfondibile di quella città e della sua storia.

È il territorio con le sue ricchezze e la sua proposta immateriale, che può aumentare il valore dell’offerta sino a renderla competitiva. Da “cosa mi offri” a “come mi fai sentire”. Rimini, mentre ha investito sulla riqualificazione strutturale, ha parallelamente lavorato sull’offerta immateriale di esperienza autentiche.

 

 

Rimini ‘alto’ e ‘basso’

Rimini ha sempre saputo interpretare il suo ruolo storico di luogo contemporaneo. La traiettoria degli investimenti materiali e immateriali ha visto convivere il teatro verdiano e gli avamposti di tendenza nati dalla Club Culture, il bianco marmoreo del tempio di Leon Battista Alberti con le immagini fotografiche in stranianti bianchi e neri Marco Pesaresi, Fellini e la favola dell’Isola delle Rose, il Trecento riminese e il mondo della notte, Ariminum e i suoi monumenti con il ‘teutonen grill’ e poi la più consacrata delle dimensioni immateriali e i nuovi luoghi fisici della cultura. Sono i sintomi di una città che vuole crescere nel pieno di una dialettica senza troppe gerarchie, fra il cosiddetto alto e il supposto basso.

Il turismo è il settore che ingloba le più grandi dinamiche di cambiamento della società, perché le incorpora tutte:

nell’organizzazione dei processi di lavoro, nelle innovazioni di prodotto, nelle opportunità offerte dalle nuove tecnologie nell’offerta di servizi ai cittadini, negli stili di vita e nella qualità dei luoghi. Le coordinate progettuali di Rimini sono pluridimensionali e coerenti fra loro. Ciò ha voluto dire per Rimini lavorare in questi dieci anni sull’assetto di base della città, sul suo patrimonio storico e artistico e parallelamente sulla produzione di beni immateriali unici e calati sull’identità dei luoghi. Un disegno che è andato nella stessa direzione, negli interventi strutturali e in quelli sovrastrutturali.

Un esempio: i tanti cantieri che si sono susseguiti in questi anni sono diventati inediti prosceni per le performance e per l’arte e la città ha colto, nel periodo di attesa dei contenitori culturali riqualificati, l’opportunità unica di far vivere gli spazi incompiuti con situazioni di grande forza evocativa, capaci di restituire una visione poetica e artistica in sintonia con l’intervento che la città si apprestava a fare.

 

Con il programma di riqualificazione della città attraverso il restauro e la rifunzionalizzazione dei grandi contenitori culturali si è voluta recuperare l’identità unica di una città sta al di là del mare, al di fuori della grande ‘mamma’ ombrellone: città di mare e città d’arte allo stesso tempo.

Il Sole 24 ore pone Rimini al primo posto in Italia per “cultura e tempo libero”, come riportato dalla statistica sulla qualità della vita nel dicembre 2020.

L’iperstagionalizzazione estiva aveva fatto emergere i limiti strutturali. La città d’arte era stata messa sotto l’ombra dell’ombrellone.

La cultura e l’ambiente, l’arte e il mare, sono stati messi al centro: i due asset che hanno guidato la traiettoria delle scelte compiute in questi dieci anni per creare la percezione diffusa di un clima attrattivo.

Rimini, il riposizionamento internazionale. Non solo come “capitale balneare”, ma come città d’arte e del turismo culturale

Inaugurazione del Part, del Teatro Galli, della Piazza sull’acqua, i lavori attuati e in corso del nuovo Parco del mare, l’inaugurazione del Fellini Museum, preceduta dalla mostra dedicata al maestro nell’anno del centenario dalla nascita, sono state le leve di innovazione del prodotto turistico che ha visto integrarsi i temi del prodotto culturale e balneare e che, da una parte, hanno visto l’elaborazione di nuove proposte/prodotti turistici grazie anche al coinvolgimento degli operatori dell’incoming turistico e della nuova dmc Visit Rimini, dall’altra una intensa attività di ufficio stampa e promozione che ha restituito, anno dopo anno, una visibilità sui media nazionali ed esteri, mai registrata fino ad oggi. Una attività che ha potuto contare su una rassegna stampa nazionale ed estera fatta da migliaia di articoli usciti negli ultimi anni sulle più importanti testate mondiali e sull’inserimento di Rimini nelle principali classifiche. Forbes, il magazine americano, inserisce Rimini tra le più interessanti destinazioni di viaggio, il New York Times indica Rimini nella prestigiosa ’52 place to go’, il celebre magazine Time che nella seconda edizione del suo speciale dedicato ai World’s Greatest Places inserisce il Teatro Galli tra le 100 esperienze al mondo da vivere nel 2019, il primo posto della classifica ‘Best in Europe’ 2018 della prestigiosa Lonely Planet, sono solo alcuni degli importanti riconoscimenti ricevuti negli ultimi anni.

Turismo

Se è vero che le attività collegate al turismo leisure hanno avuto storicamente una parte fondamentale nelle attività di prodotto e promozione turistica, nel tempo Rimini ha creato attività (e quindi prodotti, servizi ed esperienze) che favorissero la destagionalizzazione che, a partire dallo sviluppo del comparto Meeting, Incentive, Convention and Events (MICE) grazie all’attività di Fiera e Palacongressi, ha consentito di inserire nuove offerte materiali e immateriali che potessero valorizzare e promuovere il tema di una città aperta tutto l’anno, al di fuori dei consueti periodi di alta stagione, spalmando di fatto le presenze su un arco temporale effettivamente più lungo.

Sono stati realizzati ogni anno più di 1.000 ‘eventi’ intesi sia come ‘prodotti immateriali’ capaci di generare emozioni e attrattività (sia per i turisti che per i ‘media’), sia come ‘evento/prodotto’ capaci di generare pernottamenti e presenze, sia come ‘eventi di accoglienza’ capaci di intrattenere positivamente i turisti che già avevano scelto Rimini per le proprie vacanze, stimolandone il passaparola positivo e il ritorno.

Questi eventi sono stati il volano all’interno di una strategia di promo-commercializzazione che ha messo in rete offerte, pacchetti, servizi, campagne di comunicazione di iniziativa pubblica e privata. Fra questi ricordiamo il “Capodanno più lungo del mondo”, che, con l’indimenticabile concerto del grande maestro Franco Battiato che ci ha da poco lasciati, ha inaugurato il nuovo corso degli spettacoli prodotti sull’identità dei luoghi e il dna culturale della città. E ancora il circo mercato degli chef ‘Al Meni’, capitanato dall’ambasciatore della cucina nel mondo Massimo Bottura, ‘Rimini Street Food’, ‘Ulisse Fest’ con la ‘bibbia’ dei viaggiatori Lonely PLanet, La Notte Rosa, le arene cinematografiche estive, le grandi mostre al Museo e la Biennale del disegno, la Molo street parade con i dj sui pescherecci, i Cento giorni in festa dei comitati turistici.

Dal 2011 al 2019 (ultimo anno di riferimento pre-covid) la percentuale del mercato estero sul totale è passata dal 28% al 31% per quanto riguarda le presenze turistiche straniere (pernottamenti).

L’incidenza percentuale dei bacini esteri di provenienza dei turisti a Rimini rileva forti scostamenti in base alle dinamiche esogene dei mercati, in particolare per quanto riguarda i flussi provenienti dai Paesi dell’Est.

Mentre a livello di costa regionale i russi, ad esempio costituiscono il terzo gruppo nazionale per numerosità in questo ambito, per il comune di Rimini i russi sono stati per diversi anni (pre covid e pre crisi del rublo) il primo mercato, seguiti dal mercato tedesco, svizzero, polacco.

La crescita di presenze, soprattutto internazionali, è l’obiettivo che Rimini si è posta per i prossimi anni quando, grazie anche al Museo Fellini, il Museo d’arte contemporanea al centro del nuovo polo museale, la nuova organizzazione e promozione turistica con la nuova DMC Visit Rimini, il potenziamento dell’accessibilità sia ferroviaria che aeroportuale che stradale, l’auspicata riqualificazione degli alberghi che deve armonizzarsi con il gigantesco lavoro sul waterfront con il Parco del Mare, si innescherà un nuovo, ulteriore, salto di qualità.

Per accompagnare questo processo, alla fine del 2019 è nata Visit Rimini, la DMC (Destination Management Company) della città di Rimini che opera sul fronte delle attività di informazione turistica, promozione, promo-commercializzazione e in generale tutte le attività di ‘destination management’. Il primo piano di marketing presentato da Visit Rimini e approvato dall’Amministrazione comunale nel maggio 2020 ha avuto come titolo “Sustainable Tourism Development”, con focus su sostenibilità, mare e cultura, per promuovere la città in chiave turistica facendo leva sugli investimenti degli ultimi anni e sulle tendenze che gli effetti del covid hanno messo in luce. Una attività che ha completato e supportato quella del settore, in sinergia con APT e Visit Romagna, in un anno decisivo come non mai per un lavoro di squadra efficace.

 

ARRIVI TOTALI 2011-2019

 

 

 

Nei bilanci statistici di tipo turistico non si può non fare riferimento al 2019, ultimo anno ‘pre-covid’, che restituisce nel suo complesso alcuni elementi sicuramente positivi per quanto riguarda la tendenza degli arrivi e pernottamenti turistici a Rimini. Per il quinto anno consecutivo in crescita, fonte ISTAT, la componente estera (oltre il 30 per cento del totale) che da una parte conferma il buon lavoro svolto per quanto riguarda le infrastrutture sia per quanto concerne le esperienze e gli eventi, dall’altra è propellente per i progetti che andranno a completarsi entro l’anno, Museo Fellini sopra tutti.

L’osservatorio turistico regionale, che utilizza criteri di rilevanza turistica più specifici e ampi, conferma le forti performances e il riposizionamento di Rimini in questi anni.

Secondo l’Osservatorio regionale infatti nel 2011 gli arrivi turistici riminesi si attestavano su 1.744.000, mentre le presenze su 9.184.000, nel 2016 questo dato passava a 1.915.000 arrivi e 9.506.000 presenze, mentre nel 2019 il dato parla di 2.259.000 arrivi e 11.098.000 presenze, con una variazione, rispettivamente, del + 29,5% sul fronte degli arrivi rispetto al 2011 e del +20,8% delle presenze rispetto a quelle del 2011.

La crescita e il lavoro

Il secondo decennio del nuovo millennio ha portato in tutto il mondo una vera e propria rivoluzione nel mondo economico e finanziario. Quelle che sono definite comunemente ‘attività economiche’ hanno dovuto cambiare più volte pelle, a causa dei radicali cambiamenti intervenuti in particolare su logistica e distribuzione delle merci, con un impatto enorme sulle abitudini dei cosiddetti consumatori. Si pensi al fenomeno macro dell’e-commerce, trainato da colossi come Amazon o Alibaba, che sta pesantemente modificando la rete tradizionale del retail e la forma stessa delle città. Sono fenomeni in rapidissima crescita (nel primo trimestre del 2021 l’e-commerce globale è cresciuto del 58% su base annua contro il 17% del primo trimestre 2020. Ma l’Italia riesce a fare “meglio” con una crescita del 78%), addirittura accelerati dai lockdown pandemici, che però aprono scenari inediti nel modo di approcciare il tema dal punto di vista dell’amministrazione di una città. 

Il ruolo che il Comune di Rimini si è voluto ritagliare in questo arco temporale è stato quello di sostenere e supportare lo sviluppo delle attività economiche, senza porre barriere al nuovo, ma allo stesso tempo cercando di salvaguardare una rete commerciale tradizionale che è caratteristica peculiare dell’offerta complessiva di ospitalità del territorio riminese. 

Sul primo aspetto va ancora una volta adeguatamente rimarcato lo sforzo straordinario compiuto nella direzione della modernizzazione, del recupero e della rigenerazione delle parti disfunzionali della città. Gli interventi pubblici sulla rete fognaria, sulla riqualificazione del waterfront, sui contenitori culturali, sulla qualità diffusa rappresentano in questo senso il volano per l’insediamento di nuove attività commerciali o comunque la spinta a rilanciare quelle già esistenti, in virtù di una inedita attrattività di luoghi e situazioni prima del tutto o parzialmente inibite alla fruizione collettiva. Sul secondo aspetto, invece, va rimarcato come l’assessorato competente abbia ideato e quindi messo in atto una serie di iniziative legate proprio alla tutela e al sostegno allo sviluppo delle imprese tradizionali.

Agevolare le nuove imprese “No Tax Area”

Il progetto, lanciato la prima volta nel mese di ottobre 2015, è stato riproposto negli anni successivi. Una misura a favore delle start-up attraverso il rimborso di tributi comunali oppure di spese di avviamento, a nuove iniziative imprenditoriali insediate nell’area centrale della città e a imprese di nuova costituzione che concorrono alla creazione di nuovi posti di lavoro, o che sono costituite da persone sotto i 40 anni. A fianco della misura a sostegno delle start-up, sono state inserite altri tre obiettivi: uno a favore delle “Botteghe Storiche”, una a sostegno delle edicole e una ad incentivo della riduzione dei costi per l’affitto di locali commerciali e della riattivazione di locali sfitti. A giugno 2021 sono arrivate a quota 53 in tutto le iscrizioni delle attività storiche del Comune di Rimini nell’Albo delle Botteghe Storiche, un importante riconoscimento per quelle attività che rientrano a pieno titolo nella storia della città.

Progetto Open Space

L’emergenza Covid – 19 ha colpito in modo particolare il turismo e le città che ne hanno fatto la propria vocazione e la spina dorsale del proprio modello di sviluppo. Il Comune di Rimini, ritenendo che nell’epoca del distanziamento sociale, tempo e spazio siano le nuove coordinate per ridisegnare nuovi modelli di sviluppo capaci di creare ricchezza e occupazioni diffuse, ha lanciato progetti volti a creare, dal centro storico al mare, dai borghi alle periferie, contesti per dare nuovi servizi e ampi spazi alle persone e alle attività. Con il progetto “Open space” è stata data la possibilità ai pubblici esercizi di occupare, per la somministrazione di alimenti e bevande, porzioni maggiori di suolo pubblico destinando all’occupazione addirittura le aree di sosta. Sono state individuate misure di semplificazione per la presentazione delle richieste di occupazione suolo pubblico e per il conseguimento delle relative autorizzazioni.

Sono state introdotte, inoltre, misure a sostegno delle imprese attraverso l’esenzione e/o la riduzione, per talune tipologie di occupazione, del canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche.

Per le spiagge, invece, sono stati adottati provvedimenti volti ad ampliare l’orario di apertura per la fruizione dei servizi balneari ed è stata introdotta la modalità di consegna di alimenti e bevande direttamente in spiaggia, così da consentire ai turisti di fermarsi e di consumare il pranzo o la cena direttamente nel proprio stabilimento balneare.

Se vuoi approfondire, eccoti alcuni link:

- Dati ed elaborazioni periodiche sul turismo - Emilia Romagna - Visit Rimini